Attualmente nessun galatinese è Parlamentare e neppure Consigliere Regionale o Provinciale: la città di Galatina è ormai ridotta al ruolo di un ricco serbatoio di voti, al quale i candidati locali , quando ci sono, attingono in maniera scomposta e quindi improduttiva. Per esempio nelle ultime elezioni per il Consiglio Provinciale i 23 (dico ventitré) candidati galatinesi sono stati tanto “bravi” nel dividersi la ricca torta di voti che nessuno di loro è stato eletto.
Invece nelle prime elezioni politiche del dopoguerra, che si svolsero nel 1946 per eleggere i Deputati all’Assemblea Costituente, i galatinesi ebbero la grande soddisfazione di vedere eletti Beniamino De Maria e Luigi Vallone: in tal modo Galatina con due figli fra i Padri Costituenti veniva a collocarsi nel ristretto gruppo di città che potevano vantare tanto onore.
Una situazione analoga si verificò nel 1948, quando nelle elezioni del 18 aprile De Maria e Vallone furono eletti entrambi a far parte delle Camera dei Deputati. Altri tempi!
A Beniamino De Maria, morto l’ 8 marzo 1994, solo da qualche anno in Contrada “Notato Iaco”, zona agricola ad ovest di Galatina, ben distante dall’abitato, è stata intitolata una strada , e contemporaneamente due brevi traverse di questa al deputato Luigi Vallone e Mario Finizzi, quest’ultimo Senatore della Repubblica e poi anche Sindaco della città.
Si direbbe che chi è preposto alla toponomastica cittadina abbia evitato che i galatinesi, leggendo frequentemente i nomi dei suddetti sulle targhe strdali si vergognino della dimostrata incapacità di eleggere propri rappresentanti nelle assemblee che contano, sia nazionali che regionale e provinciale.
Beniamino De Maria nacque a Galatina il 7 agosto 1911 e fu il primo dei quattro figli di Ippolito e Consiglia Bardicchia, lui censore del Convitto “P. Colonna”, lei insegnante nelle Scuole Elementari, entrambi animati da profonda religiosità, che seppero trasmettere ai propri figli. Egli trascorse serenamente gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza e, completati gli studi nel Liceo-Ginnasio “P. Colonna”, andò a Padova, dove ,ospitato in un pensionato religioso per studenti, frequentò l’Università per laurearsi in Scienze Naturali.
Nel 1931 da iscritto alla F.U.C.I. (Federazione Universitari Cattolici Italiani) si trovò a fare i conti con la decisione presa da Mussolini di chiudere i Circoli di Azione Cattolica e nel corso delle conseguenti proteste degli universitari cattolici si dimostrò sempre sereno e riflessivo e, quindi , capace di moderare gli ardimenti dei colleghi più emotivi. Per questo nel 1934 fu eletto presidente della F.U.C.I. di Padova. Nel 1935 si laureò brillantemente in Scienze Naturali e si trasferì nell’Università di Bologna per studiare Medicina. Conseguita nel 1937 la laurea, tornò a Galatina. Intanto il padre Ippolito, che del Convitto “Colonna” era diventato sia rettore che tesoriere e responsabile della vittitazione, moriva il 14 marzo 1938.
Il Nostro dopo circa un mese, per le insistenze del presidente dell’Istituto, accettò fino al 31 dicembre 1938 i tre incarichi già rivestiti dal proprio genitore. Tuttavia con delibera della Commissione Amministrativa del 1° ottobre 1938 egli fu sollevato dall’incarico di responsabile della vittitazione, mentre per effetto di varie conferme fu rettore addirittura fino al 31 dicembre 1939, quando si dimise, conservando però la responsabilità di tesoriere fino all’ottobre del 1940. Intanto egli esercitava la professione medica, visitando a domicilio gli ammalati nella tardissima sera, mentre al mattino insegnava (sin dal 1939) Scienze nel Liceo “P. Colonna”.
Durante la seconda guerra mondiale anche il dott. Beniamino De Maria indossò dal 1941 l’uniforme di ufficiale medico e come tale prestò servizio prima a Bari poi a Porto Cesareo in una postazione costiera, dove lo colse l’armistizio dell’ 8 settembre 1943. Ma solo nel 1945 ottenne il congedo e potè tornare al suo lavoro di medico e di professore, senza avere ambizioni politiche sebbene fosse simpatizzante della Democrazia Cristiana, erede del Partito Popolare.
Si deve alle insistenti pressioni dell’Arcivescovo, mons. Sebastiano Cuccarollo, e soprattutto a quelle del Parroco, don Salvatore Podo, l’accettazione da parte del Nostro della candidatura alle elezioni per il Consiglio Comunale (31 marzo ’46) e per l’Assemblea Costituente (2 giugno ’46)
. Beniamino De Maria, dotato di un’oratoria asciutta e priva di atteggiamenti plateali, ebbe così modo d’imporsi subito come astro nascente della Democrazia Cristiana e alfiere della lotta contro la sinistra socialcomunista, alla quale la D.C. cercava di ridurre il consenso dei ceti popolari.
Nelle suddette elezioni amministrative la lista civica di destra, capeggiata da Luigi Vallone, ottenne 6.298 voti, mentre la lista D.C. ne ebbe 2.507. Divenne quindi sindaco Luigi Vallone. Nelle elezioni per l’Assemblea Costituente De Maria con 18.279 voti superò invece Vallone, anche lui eletto. Questa situazione si ripeté in maniera più netta nelle votazioni per l’elezione della prima Camera dei Deputati (18 aprile 1948) , quando il Nostro ebbe 48.525 voti.
Prima del 1956 la prevalenza nelle elezioni amministrative delle liste capeggiate o sostenute da L. Vallone fu costante, ma questi non era stato rieletto deputato nel 1953. De Maria invece, oltre ad essere rieletto con 47.159 preferenze, nella II legislatura fece parte del 1° Governo Fanfani in qualità di Commissario Aggiunto per l’Igiene e la Sanità, incarico rivestito ininterrottamente fino al 19 maggio 1957, cioè sia col Governo Scelba che con il 1° Governo Segni.
Nelle prime elezioni amministrative col metodo proporzionale ( 1956 ) i 30 seggi del Consiglio Comunale galatinese furono così attribuiti : 9 alla lista civica capeggiata da L. Vallone, altri 9 alla lista D.C. , 8 ad una lista socialcomunista, 3 alla lista del M.S.I. ed 1 alla lista del P.S.D.I. . Poiché solo l’unico consigliere del P.S.D.I.era disposto ad allearsi con i nove consiglieri valloniani, si pervenne alla formazione di una Giunta Municipale minoritaria, costituita da democristiani, che però aveva l’appoggio esterno sia dei consiglieri di sinistra che di quelli del M.S.I. . Sindaco divenne il colonnello Pietro Gaballo, eletto insieme alla Giunta il 1° luglio 1956. Tutto questo ebbe una grande risonanza a livello nazionale ed espose a gravi conseguenze politiche la D.C. locale ed in particolare l’onorevole De Maria, il quale in sede parlamentare aderiva da sempre al gruppo politico di cui facevano parte Dossetti, Fanfani, Moro, Scalfaro e Zaccagnini. Perciò il sindaco Gaballo e la giunta Municipale dopo appena nove mesi si dimisero, ufficialmente per la mancata approvazione da parte del Consiglio del bilancio preventivo 1957.
Tali dimissioni non comportarono comunque alcuna conseguenza negativa per il Comitato dell’E.C.A. (Ente Comunale Assistenza), costituito da 4 consiglieri democristiani, 4 socialcomunisti e uno missino, che si era insediato il 3 gennaio 1957 ed aveva eletto proprio presidente la sig.na Palmina De Maria.
Finalmente così tutti i finanziamenti destinati a Galatina per opere assistenziali (ivi comprese le sanitarie) ottenuti da B. De Maria, in quanto Deputato nonché membro del Governo della Repubblica, non sarebbero stati amministrati da persone a lui da sempre politicamente avverse.
Il Comitato di Amministrazione (C.d.A.) dell’E.C.A., sicuro di avere in Beniamino De Maria un vero nume tutelare, già nel gennaio 1957 avviò le pratiche per la costruzione del nuovo edificio ospedaliero e il successivo febbraio ottenne dal Ministero dei Lavori Pubblici il contributo e la garanzia dello Stato per un mutuo di £ 138.000.000 con la Cassa Depositi e Prestiti al fine di costruire un Ospedale “tipo 69 posti letto”. Prestito questo al tasso del 5,80%, di cui il 5% a carico dello Stato. Pertanto Palmina De Maria, autorizzata dal C.d.A. , procedette all’acquisto in Contrada S. Sebastiano del necessario suolo edificatorio di mq. 27.600, contraendo a tal fine un altro mutuo di £ 15.000.000. Intanto, previo nulla osta del Ministero dei LL. PP., nel giugno 1957 si affidava al prof. arch. Pasquale Carbonara dell’Università di Roma il progetto dell’edificio. Il 18 luglio 1958 progetto ed allegati dell’erigendo Ospedale “S. Caterina Novella” furono approvati dal C.d.A. dell’E.C.A. e un anno dopo , il 19 luglio 1959, ci fu la posa della prima pietra con l’intervento dell’On. Camillo Giardina, ministro della Sanità. Effettuata la gara di appalto dei lavori, il contratto con l’impresa vincitrice, la galatinese ditta Antonio Pascali, fu stipulato nel marzo 1960.
Il ritmo sostenuto con cui venivano espletati i sopra indicati adempimenti per la realizzazione del nuovo Nosocomio non sarebbe stato certo possibile senza il costante, celere e proficuo sostegno dell’On. De Maria e senza la sua perfetta intesa con il C.d.A. dell’E.C.A. di Galatina.
Il Nostro, rieletto nel 1958 con 45.619 voti, fu prima presidente della Commissione Igiene e Sanità della Camera, poi dal 15 febbraio 1959 al 25 marzo 1960 fece parte del 2° Governo Segni e concluse la III legislatura essendo di nuovo presidente della Commissione Igiene e Sanità.
Col suo consiglio e sostegno il C.d.A. dell’E.C.A. il 19 aprile 1961, ritenendo che il nuovo edificio dovesse disporre de almeno 223 posti letto (e non più di soli 69), perché ormai il Nosocomio esistente era passato dalla II alla III categoria, ne approvò un nuovo progetto generale, che comportava una maggiorazione di spesa di £ 62.000.000, al fine di raggiungere l’importo di £ 200.000.000 fissato dalla legge 589/ 1949 per Comuni con meno di 30.000 abitanti.
Tuttavia le notevoli ulteriori spese per il completamento del nuovo edificio dell’Ospedale fu possibile imputarle su uno stanziamento di altri 200 milioni di lire, che De Maria riuscì ad ottenere nel 1964 dalla Cassa per il Mezzogiorno. Quest’ultima il 9 luglio 1965 stanziò una ulteriore notevole somma per l’attrezzatura ospedaliera. L’inaugurazione dell’Ospedale “S. Caterina Novella” ebbe luogo il 10 giugno 1966 con l’intervento del Presidente del Consiglio, On. Aldo Moro.
Beniamino De Maria, rieletto nel 1963 con 44.008 preferenze, ottenne cinque anni dopo nelle elezioni politiche del 1968 ben 54.194 voti ( effetto O…..come ospedale?) , e sia nella IV che nella V legislatura fu di nuovo Presidente della Commissione Igiene e Sanità della Camera dei Deputati. Si candidò anche alle elezioni del 1972 e fu eletto per la settima volta con 57.236 preferenze.
Successivamente il Nostro fu Sindaco di Galatina dal 1978 al 1989. Fra le più importanti opere della sua fattiva amministrazione si segnalano la sistemazione della Biblioteca Comunale e la creazione sia del Campus Scolastico che del Quartiere Fieristico.
La Biblioteca “ P. Siciliani”, trovata dal dott. Vito Vallone in completo disordine e collocata in un solo salone, fu dallo stesso ordinata e poi aperta al pubblico nel 1905. La stessa 75 anni dopo era ancora in un solo ambiente, con molti libri ammonticchiati sul pavimento. Il sindaco De Maria provvide tra il 1980 e il 1984 a far trasformare un tale informe deposito di libri in una vera biblioteca, dignitosamente sistemata in numerosi ambienti, la cui superficie complessiva è di oltre 700 mq. . Per questo motivo è stato dedicato alla memoria di Vito Vallone e di Beniamino De Maria la monografia di P. Congedo: La Biblioteca “Pietro Siciliani” di Galatina, Edit. Santoro, Galatina, 2011 .
A Galatina nel Campus Scolastico di viale Don Tonino Bello dall’anno scolastico 1988-89 hanno la propria sede quattro Istituti d’Istruzione Scolastica Secondaria Superiore, per la lunga realizzazione dei quali l’Amministrazione presieduta dall’On. De Maria fu per alcuni anni seriamente impegnata.
La cosiddetta Mostra Mercato del Commercio, dell’Industria e dell’Artigianato di Galatina, sorta per iniziativa del sindaco Luigi Vallone, al fine di avere una grande vetrina per l’esposizione e il commercio dei prodotti del Salento, ebbe luogo per la prima volta dal 26 al 30 giugno 1949 nell’Edificio Scolastico di piazza F. Cesari. La stessa fu poi dichiarata “Fiera Nazionale di Galatina” e, pur crescendo, veniva ospitata ogni anno sempre nella stessa sede. Quindi era proprio necessaria la grandiosa struttura del Quartiere Fieristico, che sorse poi su un’area di mq. 31.000, di cui mq.11.000 coperti. I lavori per la sua realizzazione durarono circa 5 anni, dal 1979 al 26 giugno 1984 , quando, in coincidenza della XXXV edizione della Fiera, ebbe luogo l’inaugurazione alla presenza del Vice presidente del Senato, Giorgio De Giuseppe. Nel 1995 la gestione fu affidata all’Ente Autonomo Fiere di Verona e fu poi costituito dall’Amministrazione Comunale, con la partecipazione di Amministrazione Provinciale e Camera del Commercio di Lecce, il cosiddetto Ente Fiera di Galatina e del Salento.
Dal 25 al 27 aprile u.s. chi oggi gestisce la suddetta struttura ha permesso purtroppo di essa un uso improprio e perverso, del quale si è ampiamente occupata la stampa nazionale ed alcune testate locali anche on-line (...).
Per la tre-giorni suddetta è stata organizzata dalla Agenzia La Notte di Daniele Ramires in perfetta sintonia con i vertici della Fiera del Salento sotto l’egida del più titolato manager dell’hard alias Mimmo Pavese, la più grande fiera dell’erotismo nel sud Italia”, fiera detta “Erotica Salento” e avente come oggetto “l’intrattenimento e l’esposizione di merci e/o servizi connessi al glamour e al sexy” (v. ‘locandina’ dell’evento). In questo contesto ben “ 365 giovani (24 le donne)” hanno chiesto e ottenuto un provino come pornoattori (v. pag. 45 del n.1364 di “il venerdì di Repubblica”).
L’aver permesso che tutto questo sia avvenuto nei padiglioni del Quartiere Fieristico ha fatto, penso, rivoltare nella tomba Beniamino De Maria, il quale realizzò da Sindaco la struttura, lui che da missionario della Regalità di N. S. Gesù Cristo aveva pronunciato i voti di obbedienza, castità e povertà.
Se intendiamo onorare degnamente l’unico galatinese divenuto uomo di Governo che ha tanto fatto per la nostra Città, dovremmo impegnarci innanzitutto affinché eventi come “ Erotica Salento” non abbiano più luogo né nel Quartiere Fieristico né in altri edifici cittadini. A questo scopo quanti hanno responsabilità amministrative, nel Comune o a livello provinciale, dovrebbero quanto meno provvedere ad inserire una specifica clausola sia nel regolamento dell’Ente Fiera di Galatina e del Salento che nella convenzione esistente tra questo e l’Ente Autonomo Fiere di Verona.
Pietro Congedo