venerdì 6 maggio 2016

Galatina era Città ma non riesce più ad essere tale


Nel lungo articolo “Galatina è ancora città? ” [vedi post del 07/07/2014 in questo blog], ricordai che Galatina aveva ottenuto il titolo di Città già 1792 dal Re di Napoli Ferdinando IV di Borbone, ma che divenne effettivamente URBS con l’acquisizione dei necessari requisiti, la quale fu resa possibile dalla buona amministrazione dei nostri antenati, particolarmente tra il secolo XIX e la prima metà del XX.

Il primo di tali requisiti fu lo sviluppo agricolo-industriale, in virtù del quale:

  • divenne notevole la produzione di vino, ottenuta  con la lavorazione di grandi  quantità di uve locali in numerosi palmenti sparsi nell’abitato, in tanti stabilimenti vinicoli sorti in prossimità della stazione ferroviaria (attiva dal 1881) nonché nella Cantina Sociale Cooperativa, sorta intorno al 1950 in viale Ionio; 
  • era frequente l’esportazione mediante vagoni-cisterna sia dello stesso vino che dell’alcool prodotto dalla S.I.S (Società Italiana Spiriti), la quale aveva acquistato e trasformato in distilleria l’imponente stabilimento vinicolo della S. A. F.lli Folonari, che allora era il più grande d’Europa;
  • fra le due guerre, ogni primavera, si esportavano in Germania carri ferroviari carichi di “patate sieglinde” (dette appunto “di Galatina”), prodotte in grande quantità anche nei paesi del circondario.
A questo bisogna aggiungere che a Noha, dopo la prima guerra mondiale, per iniziativa di Giuseppe Galluccio, era sorta la S.A.L.P.A. (Società Anonima Lavorazione Prodotti Agricoli) che, oltre al vino, produceva marmellate e, in un certo periodo, anche il “brandy Galluccio”.


Accanto alle industrie alimentari in passato furono fiorenti a Galatina la concia delle pelli e la lavorazione dei tabacchi orientali. Della prima nel 1855 si contavano 25 botteghe artigiane per un totale di 182 conciatori, mentre a metà del secolo scorso lo stabilimento conciario dei F.lli Marrocco era fra i più importanti della Puglia.

Per la lavorazione dei i tabacchi grezzi esistevano 16 concessioni governative speciali (dette “fabbriche”), le quali annualmente arrivavano a lavorare fino a 50mila quintali di prodotto, impiegando operaie, dette tabacchine, per un totale di 350mila giornate lavorative.

Purtroppo nulla  di quanto sopra elencato viene più prodotto o lavorato a Galatina, dove ora è fiorente solo l’orticoltura, poiché i due stabilimenti vinicoli esistenti, “Valle dell’Asso” e “Santi Dimitri”,  lavorano esclusivamente le uve prodotte direttamente dai rispettivi proprietari, peraltro appartenenti alla stessa famiglia.

In passato Galatina è stata sede degli Uffici del Registro e delle Imposte Dirette; ma alla loro soppressione, avvenuta alcuni decenni fa, non è seguita l’istituzione di un ufficio dell’ Agenzia delle Entrate.
Il Tribunale e l’Ufficio del Giudice di Pace sono stati soppressi dal D. Lgs. 155/2012. Quindi i galatinesi, mentre per i disbrigo delle pratiche fiscali  possono recarsi a Maglie o a Lecce, devono recarsi necessariamente a Lecce per ogni problema di carattere giudiziario, grande o piccolo che sia.

Nel 2° dopoguerra Galatina esprimeva due padri costituenti, gli on.li Beniamino De Maria e Luigi Vallone (eletti deputati anche in successive legislature) nonché il senatore Mario Finizzi. Tutti e tre sono stati anche Sindaci e, solo come tali, sono stati “onorati” dagli Amministratori e dai Dirigenti comunali con l’intitolazione ad ognuno di essi di una delle tre strade della zona campestre Contrada Notaro Iaco.
Ormai da decenni nessun galatinese siede in Parlamento e neppure nel Consiglio Provinciale o in quello Regionale. Quindi Galatina, che supera i 27mila abitanti, è oggi un ben fornito “serbatoio di voti” a disposizione di candidati non galatinesi.

Del Quartiere fieristico, costruito per eventi commerciali in genere, ma soprattutto per la Fiera Campionaria di fine giugno (istituita come “Mostra Mercato” nel lontano 1949),  c’è soltanto da dire che, mentre la stessa non viene più effettuata da alcuni anni, nel febbraio 2016 con sentenza del Tribunale Civile di Lecce è stato dichiarato fallito l’Ente Fiera di Galatina e del Salento.
Fallimento questo già duramente deplorato lo scorso anno, quando esso era ancora nell’aria, da Tommaso Moscara in un editoriale, apparso sul quotidiano on line INONDAZIONI.it del 28 ottobre 2015, che si concludeva significativamente con la seguente amara constatazione: “Ormai è fin troppo chiaro, a Galatina non si risorgono i morti, ma muoiono i vivi.”

A questo punto sarebbe interessante sapere dall’Assessore comunale alle attività produttive, Alberto Russi, se il progetto della “Nuova Campionaria” da lui pomposamente presentato nel convegno – concerto del 26 giugno 2015 è ancora valido o se va anch’esso inserito nell’elenco delle occasioni perdute da Galatina.

Scrivendo a suo tempo il sopraccitato articolo, non ho fatto alcuna osservazione  né sugli Istituti Scolastici né sull’Ospedale “S. Caterina Novella”, in quanto ritenevo che le loro condizioni non fossero preoccupanti.
Invece relativamente ai primi la Fondazione Agnelli (che dal 2008  si occupa delle Scuole col suo progetto “Eduscopio.it / confronto scelgo studio”) nel 2015, riferendosi  alle scuole secondarie superiori, da cui provengono gli studenti di Lecce e Provincia, che conseguono i migliori risultati all’università, ha appurato che per nessun tipo di scuola  Galatina  è al primo posto, poiché il Liceo Classico “P. Colonna” occupa il terzo posto, il Liceo Scientifico e Linguistico “A. Vallone” il quinto, l’Istituto Tecnico Commerciale “M. Laporta” l’ottavo, ossia il penultimo posto.

Rimanendo in tema scolastico, corre l’obbligo segnalare la grave perdita di carattere occupazionale subita da Galatina per effetto della riforma Tremonti – Gelmini, la quale, riducendo a sole tre ore settimanali le ‘attività di laboratorio’, ha trasformato in Liceo Artistico l’antico e glorioso l’Istituto d’Arte “G. Toma”. Questo, infatti, fu fondato alla fine del XIX secolo, come “Scuola di arti e mestieri”, e da allora aveva sempre licenziato o diplomato lavoratori sia dipendenti che autonomi. Quindi a Galatina non si vedranno più sorgere, come prima di detta infausta riforma, laboratori di ebanisti, di arredatori, di orafi ecc. .

La suddetta riduzione a tre ore settimanali delle ‘attività di laboratorio’ è stata imposta anche agli Istituti Professionali, quindi neppure da questi usciranno più diplomati in grado d’inserirsi subito dignitosamente nel mondo del lavoro.

L’Ospedale di Galatina, fondato nel 1401  da Raimondo del Balzo Orsini, nel corso della sua  plurisecolare esistenza ha conosciuto ombre e luci.
Ombra molto scura è stata la sua totale inefficienza, durata oltre due secoli (1494 – 1706) e dovuta all’incuria dei monaci della Congregazione Olivetana. A questi, infatti, il nosocomio era stato concesso, insieme al ricco patrimonio cateriniano, dal re di Napoli Alfonso II d’Aragona, con l’obbligo dell’hospitalitas nei riguardi dei poveri e degli infermi. Invece detti religiosi ne utilizzarono le cospicue rendite per costruire la propria Abbazia con la monumentale Chiesa, ora detta di S. Biagio.

Un’altra ombra, sia pure di minore durata, gravò dal 1939 al 1954 su detta Istituzione, quando da Ospedale di III categoria fu dal Prefetto di Lecce  declassato ad Infermeria a causa dell’insipienza del podestà pro tempore.
Attualmente un’ombra scura tende ad allungarsi definitivamente sull’Ospedale “S. Caterina Novella”, il quale, a partire dalla seconda metà del secolo scorso, aveva conosciuto, grazie all’impegno del sottosegretario alla Sanità, on Beniamino De Maria, uno strepitoso sviluppo fino a divenire uno dei più importanti ospedali del Salento; ma ora per lo stesso si attende solo la formalizzazione del già deciso declassamento a “ospedale di base”, cioè al minimo grado esistente per i nosocomi  italiani.

Si dice e si scrive che Galatina sia ai primi posti per numero di malati di tumore, quindi al fine di mettere in guardia o rassicurare i cittadini sarebbero  più che mai opportuni “il monitoraggio della qualità dell’aria e dell’acqua potabile e la pubblicazione dei dati certificati dell’agenzia incaricata” [V. Quindicinale  “il galatino” : punto 9) del Cahier de doléances].

Di questo passo la nostra Galatina rischia di finire nel sud del Sud d’Italia.
Circa la possibilità odierna di risalire la china ci e solo consentito di sognare la presenza in Municipio di Amministratori e Dirigenti veramente decisi a “fare”, cioè assolutamente contrari al “quieta non movere”, i quali dovrebbero, per quanto riguarda la soluzione dei problemi locali, essere tanto solerti da convincere la Redazione del quindicinale “il galatino” a ridurre gradualmente il numero delle doléances fino all’esaurimento del relativo cahier.

Tuttavia questo sogno in futuro potrà, almeno in parte, divenire realtà se noi galatinesi del XXI secolo sapremo farci rappresentare a tutti i livelli della pubblica amministrazione da concittadini onesti, capaci e volenterosi, come fecero i nostri antenati.
Pietro Congedo