Mons. Francesco Antonio Duca, ultimo vescovo di Castro, proveniente dalla Nunziatura Apostolica di Napoli, era bene informato in ordine alla disponibilità del Governo borbonico ad istituire scuole normali o di uniforme istruzione,come quelle che, a partire dal 1774, erano state istituite nell'Impero Austriaco dai sovrani asburgici. Perciò per la per la propria Diocesi nel 1792 presentò al re Ferdinando IV di Borbone [marito di Maria Carolina, figlia dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria] un articolato programma d’istruzione da finanziare con le rendite di tre conventi che conveniva sopprimere: uno di Domenicani ad Andrano (rimasto con un solo monaco) ed altri due di Francescani Conventuali rispettivamente a Poggiardo (rimasto con due monaci) ed a Marittima (rimasto con tre monaci).
Detto programma prevedeva, fra l’altro, l’istituzione di una scuola normale a Poggiardo e delle seguenti scuole a Castro: “una dei primi rudimenti (con metodo normale) e del catechismo, la seconda di grammatica e belle lettere, la terza di filosofia e matematica, la quarta di diritto civile e canonico con elementi di storia sacra e profana”.
Il re Borbone, accogliendo la proposta del vescovo Duca, dispose la soppressione di detti conventi e, con dispaccio del 12.03.1796, decretò l’istituzione delle scuole richieste. Inoltre con successivi decreti concesse cattedre di agronomia, teologia morale, teologia dogmatica e S. Scrittura. Infine il 25.02.1797 elevò al grado di Università il complesso delle Scuole di Castro.
Il re Borbone, accogliendo la proposta del vescovo Duca, dispose la soppressione di detti conventi e, con dispaccio del 12.03.1796, decretò l’istituzione delle scuole richieste. Inoltre con successivi decreti concesse cattedre di agronomia, teologia morale, teologia dogmatica e S. Scrittura. Infine il 25.02.1797 elevò al grado di Università il complesso delle Scuole di Castro.
Intanto a Galatina nessuna iniziativa veniva presa per l’istituzione di scuole pubbliche, infatti anche nei sei conventi ivi esistenti rimanevano disattese le ordinanze governative del 17 e 24 aprile 1789, che prescrivevano l’obbligo di ogni casa religiosa ad aprire scuole pubbliche o in alternativa versare il 10% delle proprie rendite all’ Azienda dell’Educazione.
L’Università di Castro, sebbene fosse sorta con un cospicuo patrimonio che rendeva una somma annua superiore a 2.000 ducati, non ebbe mai vita facile. L’iniziale mancanza d’insegnanti e di studenti non fu mai superata, a causa delle insormontabili difficoltà logistiche della sede e i gravi disagi dovuti alle eccezionali vicende storiche dell’epoca, quali l’effimera vita della Repubblica Partenopea (1799) e la decennale dominazione francese (1806 – 1815).
Frattanto quel che rimaneva dell’Ateneo già nel 1802, per ordine di Ferdinando IV, era stato trasferito a Poggiardo e, in data 08.04.1809, il re Gioacchino Murat aveva nominato il medico Francesco Perchia amministratore dell’Azienda delle Scuole di Castro.
Frattanto quel che rimaneva dell’Ateneo già nel 1802, per ordine di Ferdinando IV, era stato trasferito a Poggiardo e, in data 08.04.1809, il re Gioacchino Murat aveva nominato il medico Francesco Perchia amministratore dell’Azienda delle Scuole di Castro.
Nel 1810 morì mons. Francesco Antonio Duca; nel 1818, in seguito al concordato tra la S. Sede ed il Regno delle Due Sicilie, la Diocesi di Castro fu soppressa ed incorporata a quella di Otranto. Due anni dopo, con R.D. 06.05.1820, i beni degli ex conventi di Andrano, Marittima e Poggiardo furono assegnati a Galatina per l’istituzione di tre Scuole Secondarie.
Non si conoscono le motivazioni di tale decisione presa dal re Borbone. Verosimilmente, però, sarà stata determinante l’ovvia considerazione di carattere logistico–demografico che Galatina, ombelico del Salento, era anche abbastanza popolosa. Qui sarebbero state dunque istituite: la scuola di “lingua latina inferiore”, quella di “lingua latina superiore e retorica” ed un’altra di “matematica elementare ed aritmetica”. Queste avrebbero ben integrato la prima scuola “del leggere e dello scrivere” e la seconda “di umanità”, entrambe ancora da istituire a causa dell’opposizione degli eredi di Orazio Congedo senior, morto nel 1804, il quale già nel 1801 aveva destinato parte dei suoi beni alla fondazione delle stesse.
Non potevano certo mancare gli oppositori alla concessione delle suddette proprietà a Galatina. Infatti, mentre l’arcivescovo di Otranto, mons. Mansi, chiedeva le stesse per il suo Seminario ed analoghe richieste avanzavano le Diocesi di Gallipoli e Ugento, le comunità di Andrano, e di Marittima speravano nel ripristino dei loro conventi. In ogni caso le maggiori proteste provenivano dal Comune di Poggiardo, nel quale però le scuole trasferite da Castro funzionavano in modo sempre più precario e disordinato. Per questo il trasferimento dei beni a favore di Galatina fu definitivamente confermato con risoluzione sovrana del 02.02.1833 ed ebbe luogo il 12.07.1834 con la consegna da parte del dott. Francesco Perchia alla Commissione Amministrativa delle Scuole dei titoli di proprietà degli immobili già appartenuti ai tre conventi soppressi e un saldo attivo di ducati 2.880,70 in titoli di Rendita del Debito Pubblico.
Nel 1834 si concluse anche la vertenza relativa al legato di Orazio Congedo senior.
L’apertura delle scuole comunali di Galatina ebbe finalmente luogo nel 1836, ma per oltre diciotto anni il loro funzionamento lasciò molto a desiderare, con momenti di crisi profonda. Perciò la Commissione Amministrativa delle Scuole, che era presieduta dal Sindaco, cercava disperatamente di affidare la stesse ad un ordine religioso dedito all’insegnamento. Addirittura, il 21 maggio 1849, il Sindaco pro tempore, Domenico Galluccio, trasmise all’ Intendente di Terra d’Otranto la delibera del Decurionato tendente ad avere da S. M. Ferdinando II di Borbone “la grazia di ottenere una casa di Padri Barnabiti o di quelli delle Scuole Pie detti Scolopi”.
Dopo altri quattro anni di ricerche e suppliche finalmente con regio decreto del 26.08.1853 fu ottenuto l’assenso reale all’insediamento a Galatina (nell’ex convento dei Domenicani) dei Padri Scolopi, ai quali vennero affidate tutte le Scuole della Città.
Con l’insegnamento e le cure dei Padri Scolopi, diretti da padre Annibale Moschettini, il funzionamento delle Scuole galatinesi in breve tempo migliorò notevolmente, anche perché essi nell’a.s.1854-55 istituirono “un Collegio con convitto e pernottazione per l’educazione morale e letteraria” dei giovani. Pertanto l’intera popolazione annua delle Scuole secondarie, che prima del 1854 era stata mediamente di appena 30 unità, nel 1860 raggiunse n.180 alunni (55 convittori + 125 esterni), i quali erano suddivisi in sei classi: le prime tre di “grammatica”, una di “lettere umanistiche”, una di “retorica”, e la sesta di diritto morale, fisica, filosofia e matematica. Quindi a buon diritto il Consiglio Comunale di Galatina in una deliberazione del 26.11.1964 fra l’altro affermava: “(Gli Scolopi)…riscossero sempre il plauso generale non solo della nostra popolazione, ma anche di molti paesi della Provincia, il che viene dimostrato dal concorso degli alunni di Galatina e forestieri. …”. Purtroppo questa deliberazione era stata adottata perché gli istituti scolastici gestiti da religiosi erano ormai seriamente minacciati dalle leggi eversive adottate dal Governo Sabaudo dopo la “conquista” delle Province del Meridione d’Italia. Si giunse all’ estremo col R.D. 07.07.1866, col quale furono soppresse le Congregazioni Religiose, per cui gli Scolopi solo dopo due giorni uscirono definitivamente di scena, rassegnando al Sindaco e alla Giunta, in presenza del notaio P. Garrisi, “…tutte le rendite, i cespiti, le scadenze e quant’altro apparteneva alla Scuola Secondaria…”.
Scuole e Convitto, passati sotto la gestione diretta del Comune, per alcuni anni continuarono a funzionare come prima, poiché vi erano rimasti come dipendenti comunali alcuni docenti ex scolopi, tra cui il direttore-rettore, Sebastiano Serrao, il quale portò a compimento la trasformazione in Ginnasio delle scuole secondarie galatinesi, ai sensi del R.D. 10.02.1861. Ma dopo la morte di Serrao (1870) ebbe inizio una decadenza tale che il Convitto rimase chiuso nel bienno 1876-77/1877-78. In seguito le precarie condizioni del Ginnasio-Convitto, che nel 1872 fu intitolato a Pietro Colonna detto il Galatino, si aggravarono al punto che nel 1883-84 gli alunni delle cinque classi erano in tutto 55. Una certa ripresa ci fu sotto la direzione del sacerdote Carlo Tarentini, assunto nel 1883 e, con alterne vicende, rimasto in carica per 13 anni, cioè fino al 1896, quando fu sostituito dal sacerdote trentino Rocco Catterina, assunto quest’ultimo dall’Amministrazione Comunale presieduta dal dott. Mario Micheli, della quale faceva parte l’ing. Antonio Vallone in qualità di assessore.
A partire dall’a. s. 1896-97 il funzionamento dell’Istituto andò sempre più migliorando, con un costante aumento del numero di giovani presenti sia nelle Scuole che nel Convitto.
Intanto, il 03.03.1889, con decreto del re Umberto I di Savoia, il Ginnasio-Convitto di Galatina veniva dichiarato I.P.A.B.(Istituto Pubblico di Assistenza e Beneficienza). Ciò, oltre ad assicurare allo stesso ente una più agile amministrazione, avrebbe consentito il pagameto con l’aliquota del 13,20% (e non con quella del 20%) della tassa sul prodotto dei titoli di Rendita Pubblica, acquistati col ricavato dalla vendita di immobili, che era già in atto nel 1872. Si tenga presente che detto prodotto nel 1898 aveva raggiuto l’importo annuo di £ 16.000 (al lordo delle imposte), ed era destinato ad aumentare, perché le alienazioni continuavano e molte di esse venivano effettuate consentendo agli acquirenti il pagamento a rate dell’importo dovuto.
In data 02.03.1898 il Consiglio Comunale di Galatina deliberò la richiesta all’Autorità Scolastica Provinciale dell’autorizzazione ad istituire con funzionamento graduale, a partire dal 1898-99, un corso liceale che sarebbe stato completato nell’a.s. 1900-01. Questo corso era stato tenacemente voluto dall’ing. Antonio Vallone, che per alcuni anni vi insegnò gratuitamente fisica.
La Commissione Amministrativa (C.A.) del suddetto I.P.A.B., della quale facevano parte Vito Vallone (presidente), Alessandro Bardoscia fu Giovanni, Luigi Palma, Emilio Galluccio e Antonio De Paolis, fu eletta dal Consiglio Comunale della Città con delibera del 07.08.1899, nella quale compare per la prima volta la denominazione “Pio Istituto Pietro Colonna detto il Galatino”, poi sempre usata nella forma ridotta “Pio Istituto P. Colonna”.
Il dott. Vito Vallone, fratello dell’ing. Antonio, fu presidente della suddetta C.A. per otto anni (1899 – 1907), durante i quali l’Istituto conobbe un’impetuoso sviluppo, come nel periodo che va dal 1854 al 1866, cioè quando potè giovarsi pienamente della direzione e dell’attività docente degli Scolopi, che furono bruscante interrotte dalle inique leggi dei Savoia.
Il pareggiamento (o riconoscimento legale) del sopraccitato corso liceale fu ottenuto, grazie alla solerzia della C.A., con Decreto Ministeriale 08.05.1901, cioè durante il 3° anno di funzionamento del medesimo.
La stessa Commissione non intendeva assolutamente disattendere le aspettative della cittadinanza, sempre più orientate verso la “regificazione”, cioè la conversione in governativo del Liceo-Ginnasio, perciò deliberò sollecitamente, il 02.01.1903, la richiesta all’Amministrazione Comunale di avviare le relative pratiche, dichiarandosi disposta a cedere a tal fine parte delle rendite patrimoniali del Pio Istituto, costituite ormai quasi esclusivamente da interessi di Rendita Pubblica.
Purtroppo l’espletamento di dette pratiche fu più complesso e lungo del previsto, anche perché sopravvenne l’opportunità di attendere l’emanazione di norme che avrebbero reso meno onerosa la conversione delle scuole comunali in governative. Tale attesa ebbe finalmente termine con la pubblicazione della Legge 3 marzo 1907, alla quale era allegata la tabella per la determinazione del canone annuale da pagare per la “regificazione”. Si venne così a sapere che il Liceo-Ginnasio comunale di Galatina sarebbe stato convertito in governativo con il pagamento allo Stato della somma annuale di lire 36.737,25.
Il raggiungimento di tale importo comportava annualmente:
· la cessione del reddito delle tasse scolastiche pagate dagli studenti, pari a lire………16.615,00
· la garanzia offerta dal Pio Istituto P.Colonna con la cessione all’Erario di titoli di
Rendita Pubblica che ogni anno, al netto delle tasse, fruttavano lire………………….…12.210,00
· l’impegno del Comune a conferire all’Esattore la delega a detrarre ogni anno dalle
sovrimposte comunali la somma di lire……………………………………………………7.912,25
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Totale lire 36.737.25
Pagato il sopraindicato canone fu ottenuta l’emanazione del R.D. 470 / 30 settembre 1907, che all’art.1 sanciva: “Il Liceo ginnasiale ‘P. Colonna’ di Galatina è convertito a tutti gli effetti di legge in governativo dal 1° ottobre 1907. Lo stesso all’art. 2, oltre a fissare l’importo del canone annuo, precisava anche che il Comune doveva provvedere ai locali, alle suppellettili, al materiale scolastico e a quant’altro occorresse al buon andamento dell’Istituto.
Il Pio Istituto P. Colonna e il Comune di Galatina furono finalmente dispensati dal pagamento del suddetto canone dopo ben 24 anni, cioè per effetto del R.D. 14 settembre 1931.
Pietro Congedo