La controffensiva austriaca e il grave pericolo corso dalla Nazione nel Trentino per la “spedizione punitiva” accrebbero il malcontento della classe politica liberale nei confronti dello Stato Maggiore e degli interventisti di ogni tendenza verso il Governo Salandra – Sonnino. Il Ministro della Guerra, generale Zupelli in un memoriale, consegnato all’inizio del 1916 al presidente del Consiglio, sottolineava la modestia dei risultati conseguiti dall’esercito, la crisi di sfiducia in cui le truppe rischiavano di precipitare, la necessità di concentrare l’attacco sul Carso e l’urgenza di proseguire l’offensiva già nell’inverno.
Lo stesso Ministro dopo una visita al fronte espose, d’intesa con Salandra e Sonnino, le proprie tesi al generale Cadorna. Questi, dopo averlo ascoltato con apparente comprensione, temendo che il Governo intendesse sostituirlo, il 2 febbraio 1916 presentò le proprie dimissioni, le quali furono regolarmente respinte e, quindi, seguite da una campagna giornalistica sollecitata da lui stesso. Questa fu una “vera apoteosi” del Capo di Stato Maggiore, il quale ottenne che Zupelli fosse mandato al fronte e sostituito con il Generale Paolo Morrone. A questo punto Salandra si dimise, soprattutto affinché si desse vita ad una compagine ministeriale con la partecipazione di tutti i partiti interventisti. Il nuovo Governo, detto di concentrazione nazionale, fu presieduto da un vecchio patriota, Paolo Boselli.
Nei primi giorni dell’agosto 1916 ebbe luogo la VI battaglia dell’Isonzo iniziata con l’attacco al Monte S. Michele alle 15,30 del giorno 6. Tre Brigate italiane, pur con gravi perdite, conquistarono la vetta, mentre altre due si spinsero fino alle ultime case del paese di San Martino. Nella notte i contrattacchi, sferrati da reparti ungheresi, vennero respinti. Il giorno seguente si ebbe il completo crollo delle difese nemiche e quella tetra collina, sulla quale in oltre un anno di guerra erano caduti oltre 19mila nostri soldati, fu saldamente in mano agli italiani. Questi, arrivati in cima, vagavano stupefatti tra cadaveri in putrefazione, casse di munizioni e bossoli vuoti, stivali anneriti, pezzi di fucile e zaini vuoti. Tutti provavano immenso disgusto alla vista dell’enorme numero di vermi biancastri, che affioravano dal suolo e contorcendosi strisciavano vero i corpi inanimati, se ne cibavano per poi riemergere dalle occhiaie vuote e dalle bocche semiaperte (v. M. Thompson, La guerra bianca, Milano, 2012, p.188).
Un violento contrattacco austriaco fu poi respinto e l’8 agosto le truppe italiane conquistarono Gorizia. Le stesse truppe, però, non riuscirono ad andare oltre, pur lottando ostinatamente contro il nemico, che infliggeva loro altre gravi perdite.
Nei mesi di settembre, ottobre e novembre 1916 ebbero luogo rispettivamente la settima, l’ottava e la nona battaglia dell’Isonzo, con le quali le truppe italiane non registrarono progressi decisivi, perché esauste da un anno di massacranti combattimenti.
L’inverno 1916-’17 fu uno dei più rigidi e deprimenti dall’inizio del conflitto e non contribuì certo a sollevare lo spirito combattivo delle truppe, depresso anche dalle gravi e crescenti difficoltà della popolazione civile, che avvertiva una sempre maggiore mancanza di manodopera, di viveri e di materie prime.
La decima battaglia dell’Isonzo iniziò il 12 maggio 1917 e durò tre settimane, durante le quali le truppe italiane ebbero 150mila vittime, di cui 36mila morti, mentre 7300 furono i caduti austriaci.
La decima battaglia ebbe un seguito lontano dal Carso. Infatti Cadorna lanciò un’offensiva sull’Altopiano di Asiago, dal quale nel 1916 nella lotta contro la “spedizione punitiva” si era riusciti a ricacciare solo in parte gli Austriaci, i quali tenevano ancora saldamente una catena di colline, tra cui il Monte Ortigara, un deserto roccioso alto circa 2000 metri.
Il 10 giugno 1917 i soldati delle Divisioni XXIX e LII, in tre assalti successivi, arrivarono quasi alla cima, muovendosi nel fango prodotto da una pioggia torrenziale. Ma rimasero intrappolati sotto il fuoco delle mitragliatrici nemiche, davanti ai reticolati intatti, subendo perdite fino al 70%.
A causa della pioggia insistente i combattimenti furono ripresi il 18 giugno e il giorno seguente i soldati della LII Divisione si aprirono la strada fino alla cima dell’Ortigara. Vi rimasero fino al 25, resistendo a bombardamenti e contrattacchi, finché le truppe d’assalto nemiche non li spazzarono via con gas e lanciafiamme. Morirono in totale 25mila italiani, senza alcun risultato apprezzabile.
Caduti in combattimento dall’01.07.1916 al 30.06.1917
1)[n. 59 dell’elenco (e.) generale (g.)] Caporale di Fanteria Capano Giuseppe, nato il 20.03.1895, celibe, morto nell’Ospedale da Campo n.57 l’11.07.1916.
2) [ n. 60 e. g.] Soldato di Fanteria Rizzo Giovanni nato il 20 ottobre 1896, celibe, morto nell’Ospedale da Campo 113.
3) [ n. 61 e. g.] Soldato di Fanteria Masciullo Raffaele, nato il --.—1894, celibe, morto a Romantona il 14.07.1916.
4) [n. 62 e. g.] Sotto Tenente dei Bersaglieri Tundo Giuseppe, nato il 25.04.1890, celibe, morto a Monte Zebio il 22.07.1916.
5)[n.63 e. g.] Soldato di Fanteria Congedo Giuseppe, nato il 15.03.1893, celibe, morto a Cassone di Graffemberg il 07.08.1916.
6) [ n. 64 e. g.] Soldato di Fanteria Buttazzo Paolo, nato il 07.07.1893, celibe, morto a Cassone di Graffemberg il 07.08.1916.
7) [ 65 e. g. ] Soldato di Fanteria Dolce Domenico, nato il 04.10.1890, celibe, morto a Palmanova l’11.08.1916.
8) [n. 66 e. g. ] Soldato di Fanteria Mariano Paolo, nato il 27.04.1894 a Noha, coniugato, morto a Nova Was il 13.08.1916.
9) [ n. 67 e. g.] Soldato d’artiglieria Duma Castese, nato il 07.01.1883, celibe, morto alla Sezione Sanità il17.08.1916.
10) [n.68 e. g.] Soldato di Fanteria Indo Marino, nato 16.02.1886, celibe, morto a Vertoiba il 06.1896.
11) [n.69 e. g.] Soldato di Fanteria Cagnazzo Vincenzo, nato 10.03.1896 a Collemeto, celibe, morto nell’Ospedale Militare di Milano l’08.09.1916.
12) [n. 70 e. g.] Soldato di Fanteria Candido Vito Antonio, nato il 18.02.1891, coniugato, morto nell’Ospedale Chirurgico Mobile il 15.09.1916.
13) [n. 71 e. g.] Caporale di Fanteria Bruno Pier Luigi, nato il 22.11.1888, celibe, morto a Plava il 16.09.1916.
14) [n. 72 e. g.] Soldato di Fanteria Silindri Francesco, nato il 25.04.1887, celibe, morto a Quota 238 il 16.09.1916.
15) [n. 73 e. g.] Soldato di Cavalleria Perrone Paolino, nato il 28.04.1991 a Collemeto, celibe, morto nell’Ospedale da Campo n. 48 il 17.09.1916.
16)[n. 74 e. g.] Sotto Tenente di Fanteria Giuseppe Venturi, nato il --.--.1889, celibe, morto a Oppacchiasella il 17.09.1916.
17) [n.75 e. g.] Soldato di Fanteria Gabrieli Donato, nato il 26.09.1885, celibe, morto a Gabry – Coveusè il 13 ottobre 1916.
18) [ n. 76 e. g.] Soldato di Fanteria Leuzzi Pietro, nato il 14 agosto 1890, celibe, morto nell’Ospedale da Campo n. 60 il 29 ottobre 1916.
19) [ n. 77 e. g.] Soldato bombardiere Greco Antonio, nato il 22.10.1886, celibe, morto a Valle delle Rose l’01.11.1916.
20) [n.78 e. g.] Soldato bombardiere Papadia Giovanni, nato il 12.09.1889, celibe, morto Valle delle Rose l’01.11.1916.
21) [n. 79 e. g.] Soldato di Fanteria Liguori Pietro, nato il 02.02.1885, coniugato, morto nell’Ospedale da Campo n. 237 il 02.11.1916.
22) [n. 80 e. g.] Soldato di Fanteria Sorrento Gaetano, nato il --.--.1890, celibe, morto nell’Ospedale da Campo n. 71 il 04.11.1916.
23) [n. 81 e. g.] Soldato di Fanteria Beccarrisi Fioramante, nato il 05.02.1894, celibe, morto a Dolina il 04.11.1916.
24) [n.82 e. g.] Soldato di Fanteria Buono Biagio, nato il 20.10.1893, celibe, morto a Walek – Triboch il 04.11.1916.
25) [n. 83 e. g.] Soldato di Fanteria Antonaci Raffaele, nato il 01.09.1887, coniugato, morto in Trincea il 10.11.1916.
26) [n.84 e. g.] Soldato di Fanteria Dogali Francesco, nato il 17.03.1887, celibe, morto l’11.11,1916.
27) [n.85 e. g.] Soldato di Fanteria Colaci Giuseppe, nato l’11.02.1891, coniugato, morto a Oppacchiasella il 31.10.1916.
28) [n. 86 e. g.] Soldato di Fanteria Coluccia Leonardo, nato il 22.10.1885, coniugato, morto sul Campo il 01.12.1916.
29) [n. 87 e. g.] Soldato di Fanteria Antonaci Cesario, nato l’11.05.1888, celibe, morto sul Campo il 10.02.1917.
30) [n. 88 e. g.] Soldato di Fanteria Coluccia Pietro, nato il 17.06.1697, celibe, morto in Val Maora il 18.02.1917.
31) [n. 89 e. g.] Soldato di Fanteria Congedo Giuseppe, nato il --.--.1881, celibe, morto a S. Marco di Gorizia il 10.09.1917.
32) [n. 90 e. g.] Soldato di Fanteria Japizio Pietro Valerio, nato il 15.02.1882, coniugato, morto a Quota 1050 il 18.02.1917.
33) [n. 91 e. g.] Soldato di Fanteria Vergaro Lorenzo, nato il 16.03.1895 a Noha, celibe, morto il 10.03.1917.
34) [n. 92 e. g.] Soldato di Fanteria Vallone Pietro, nato il --.--.1892, celibe, morto in Ospedale da Campo il16.03.1917.
35) [n. 93 e. g.] Soldato di Fanteria Marra Paolo, nato il --.--.1881, celibe, morto il 17.03.1917.
36) [n. 94 e. g.] Soldato di Fanteria Tundo Giuseppe, nato il --.--.----, coniugato, morto nell’Ospedale da Campo n. 141.
37) [n. 95 e. g.] Soldato di Fanteria Afferro Pietro, nato il 02.12.1991, celibe, morto a Monte Faiti il 26 marzo 1917.
38) [n. 96 e. g.] Soldato di Fanteria Rizzo Pietro, nato il 02.09.1887, coniugato, morto nella XXXV Sezione di Sanità il 26.03.1917.
39) [n. 97 e. g.] Soldato di Fanteria Falchetti Francesco, nato il --.--.----, coniugato, morto nell’ Ospedale da Campo n. 79 il 30.03.1917.
40) [n. 98 e. g.] Soldato di Fanteria Filieri Giuseppe, nato il 03.05.1893, celibe, morto a Vertoiba il 29.04.1917.
41) [n. 99 e. g.] Soldato bombardiere Giugno Pietro, nato l’01.01.1891, celibe, morto a Donetachi il 04.05.1917.
42) [n. 100 e. g.] Soldato di Fanteria Dell’Anna Donato, nato il --.--.1895, celibe, morto a Fogliano Veneto il 04.05.1917.
43) [n. 101 e. g.] Soldato di Fanteria Serafino Giuseppe, nato il 10.01.1896, morto al 121° Reparto Someggiato il 09.05.1917.
44) [n. 102 e. g.] Soldato di Fanteria Tundo Fortunato, nato il --.--.1896, celibe, morto al 149° Reparto Someggiato’ il 10.05.1917.
45) [n. 103 e. g.] Sergente di Fanteria Santoro Cesario, nato il 27.07.1892, coniugato, morto a Dosso Faiti di Bellaggio il 13.05.1917.
46) [n. 104 e. g.] Soldato di Fanteria Cirieggio Giuseppe, nato il 24.03.1897, celibe, morto a Dente del Faiti il 14.05.1917.
47) [n. 105 e. g.] Soldato di Fanteria Coluccia Giovanni, nato il 27.04.1883, coniugato, morto a Monte Faiti il 17.05.1917.
48) [n. 106 e. g.] Soldato del Genio Zappatori Frassanito Giovanni, nato --.--.1897, celibe, morto a Monte Cucco il 16.05.1917. il 16.05.1917.
49) [ n. 107 e. g.] Soldato di Fanteria Rizzo Paolo, nato il --.--.1897, celibe, morto nell’Ospedale da Campo n. 106 il 17 maggio 1917.
50) [n. 108 e. g.] Soldato dei Bersaglieri Mariano Giuseppe, nato il --.--.---- a Noha, celibe, nell’Ospedale da Campo n.22 il21.05.1917.
51) [n. 109 e. g.] Soldato di Fanteria Serafini Giuseppe, nato il --.--.1895, celibe, moto a Quota 238 il 23.05.1917.
52) [n. 110 e. g.] Soldato bersagliere Perrone Vito, nato l’01.05.1888, celibe, morto nel Vallone di Janina il 23.05.1917.
53)[n. 111 e. g.] Soldato di Fanteria Nobile Antonio, nato il 20.01.1893,celibe, morto a Quota 208 il 24.05.1917.
54) [n. 112 e. g.] Caporale di Fanteria Martines Carlo, nato il --.--.1890, celibe, morto nell’Ospedale da Campo n. 60 il 07.06.1917.
55) [n. 113 e. g.] Soldato di Fanteria Tundo Fedele, nato il 22.08.1894, celibe, morto a Monte Magli il 22.06.1917.
Dispersi in combattimento e dichiarati presunti morti dal giugno 1915 al giugno 1917
1) Soldato di Fanteria Congedo Giuseppe, nato il 02.05.1992, celibe, disperso a Fidi-Blasi- Tripolitania[1] il 28.06.1915.
2) Caporale dei Bersaglieri Coluccia Salvatore, nato il 19.08.1891, celibe, disperso a Tarbuna -Tripolitania il 28.06.1915.
3) Soldato di Fanteria Cudazzo Biagio, nato il 27.11.1893, disperso a Tabrue – Tripolitania il 28.06.1915.
4) Soldato dei Bersaglieri Masciullo Martino, nato il 29.01.1891, celibe, disperso a Tarbuna – Tripolitania il 28.06.1915.
5) Soldato dei Bersaglieri Papadia Antonio, nato il 14.01.1892, celibe, disperso a Tarbuna – Tripolitania il 28.06.1915.
6) Soldato del Genio Tundo Giovanni, nato il 16.10.1891, celibe, disperso a Monfalcone il 30.06.1915.
7) Soldato di Fanteria Ciccardi Pietro, nato il 22.06.1896, celibe, disperso a Tecut – Libia il 18 luglio 1915.
8) Soldato di Fanteria Ucini Pasquale, nato il 05.09.1889, celibe, disperso a Monte S. Michele il 19.07.1915.
9) Soldato di Fanteria Latino Santo, nato il 26.07.1887, celibe, disperso a Monte S. Michele il 20.07.1915.
10) Soldato di Fanteria Congedo Saverio, nato il 26 maggio 1891, celibe, disperso a Bosco Castelnuovo il 24.07.1915.
11) Soldato di Fanteria D’Amico Salvatore, nato il 25.02.1892, celibe, disperso a Monte S. Michele il 26.07.1915.
12) Caporale di Fanteria Manna Cosimo, nato il 27.07.1886, coniugato, disperso a Monte S. Michele il 26.07.1915.
13) Soldato di Fanteria Tarantino Varese, nato il 03.01.1892, celibe, disperso il 26.07.1915. 14) Soldato di Fanteria Rigliaco Giuseppe, nato il 17.09.1992, celibe, disperso a Bosco Triangolo il 23.09.1915.
15) Soldato di Fanteria Stefanelli Pietro, nato il 13.09.1890, coniugato, disperso a Bosco Lancia il 21.10.1915.
16) Soldato di Fanteria Zappatore Antonio, nato il 28.03.1889, celibe, disperso a S. Martino del Carso il 24.10.1915.
17) Soldato di Fanteria De Micheli Vincenzo, nato il 22.11.1895, celibe, disperso a Bosco Lancia il 05.11.1915.
18) Soldato di Fanteria Stefanelli Vincenzo, nato il 27.03.1994, coniugato, disperso a Monte S. Michele il 30.12.1915.
19) Soldato di Fanteria Attico Umberto, nato il 07.01.1896, celibe, disperso a Bosco Laghetto 18.06.1916.
20) Soldato di Fanteria Zonara Luigi, nato il 13.02.1995, celibe, disperso, a Gorizia il 06.08.1916.
21) Soldato Granatiere Mariano Giuseppe, nato a Noha il 02.01.1896, celibe, disperso a Welich – Kribat il 14.08.1916.
22) Soldato di Fanteria Pignatelli Michele, nato a Noha il 02.01.1891, celibe, disperso a S. Caterina il 14.08.1916.
23) Soldato di Fanteria Nocco Antonio, nato a Noha il 07.10.1896, celibe, disperso a Monte Cimone il 23.10.1916.
24) Soldato di Fanteria Tundo Leonardo, nato il 30.04.1889, celibe, disperso a Vertoiba il 13.10.’16.
25) Soldato di Fanteria Rossetti Angelo, nato il 04.11.1889,celibe, disperso a Segeti il 02.11.1916.
26) Soldato Bersagliere Dell’Anna Pietro, nato il --.--.----, celibe, disperso a Quota 126 – Carso il 19.11.1916.
27) Soldato di Fanteria Candido Vitantonio, nato il 02.11.1888, coniugato, disperso nell’affondamento della Minas il 15.02.1917.
28) Soldato di Fanteria Santese Pietro, nato il 22.01.1891, celibe, disperso nell’affondamento della Minas il 15.02.1917.
29) Soldato di Fanteria Giannini Pasquale, nato il 24.04.1897, celibe, disperso a quota 1050 il 09.04.1917.
30 Caporal Maggiore Mitragliere Rigliaco Giuseppe, nato 02.01.1893, celibe, disperso a Montello del Carso il 14.05.1917.
31) Soldato di Fanteria Gaballo Giuseppe, nato il 06.01.1878, coniugato, disperso a Dosso Faiti il 14.05.1917.
32) Soldato di Fanteria Castrioto Salvatore, nato il 28.12.1879, celibe, disperso a Quota 238 il 30.05.1917.
33) Soldato di Fanteria De Matteis Domenico, nato il 01.05.1889, celibe, disperso sull’Hermada il 06.06.1917.
Considerazioni
La mancanza di viveri e di materie prime, di cui è stato fatto cenno nel paragrafo 1, fu molto sentita, poiché il Governo aveva istituito le requisizioni generali di vettovaglie e disposto che il grano e gli altri generi di prima necessità per la popolazione civile venissero distribuiti, peraltro in misura limitata, dalle Prefetture per pronti contanti ai Comuni, che dovevano provvedere al servizio annonario con tesseramento obbligatorio dei generi alimentari.
Anche a Galatina fu istituito l’Ente Autonomo di Consumo e la panificazione statale fu assunta dal Municipio, che riuscì a non far mancare il pane in nessun giorno dell’anno, mentre in molti Comuni spesso non si panificava anche per vari giorni. Affinché questo non accadesse nella nostra Città, il lungimirante sindaco Vito Vallone si avvaleva dell’opera dell’industriale Pietro Laporta, che poneva a servizio del pane di Stato i propri ben attrezzati molino e panificio e, se necessario, anticipava il denaro per il pagamento delle assegnazioni prefettizie di frumento. Proprio in virtù dell’impegno del Laporta, nonostante la cattiva qualità del grano (spesso importato dal Messico), la qualità del pane a Galatina, abburattato all’85%, fu sempre della stessa fattura, ben cotto e meglio lavorato.
Confrontando le date di morte dei caduti in combattimento, di cui al paragrafo 2, con quelle delle varie battaglie, indicate nel par. 1, si può con buona approssimazione affermare che i primi quaranta combattenti sarebbero morti nel corso delle battaglie dell’Isonzo, VI,VII,VIII e IX, mentre gli ultimi 15 sarebbero state vittime della X battaglia dell’Isonzo e della seguente offensiva sull’Altipiano dei Sette Comuni, della quale fa parte anche la battaglia dell’Ortigara.
Il maggior tributo di vittime fu quello dai reggimenti di Fanteria, infatti dei 55 caduti 47 erano fanti, mentre 3 erano soldati bombardieri, 2 bersaglieri, 1 artigliere, 1 soldato di cavalleria e 1 geniere.
Dei caduti in combattimento 3 erano ventenni, la maggior parte era di età compresa tra i ventuno e i ventinove anni, mentre 10 avevano trenta o più anni, ma nessuno aveva superato il 35°.
I celibi erano 44, mentre 11 erano coniugati senza figli.
Dei 33 soldati dispersi, indicati nel paragrafo 3, i primi cinque scomparvero tutti il giorno 28 giugno 1915 in Tripolitania, mentre il 7° risultò disperso il successivo 18 luglio sempre in Libia. Nell’affondamento della nave Minas (15.02.1917) scomparvero altri due fanti, mentre i rimanenti venticinque militari dispersi sarebbero verosimilmente morti nel corso delle prime dieci battaglie dell’Isonzo.
Alle famiglie di tutti i morti galatinesi, sia accertati che presunti, non mancò il conforto morale e materiale del Comitato di Assistenza a suo tempo istituito dal sindaco Vito Vallone.
Pietro Congedo
[1] Il fronte della Grande Guerra in Libia ed Egitto fu un fronte di breve durata, che si aprì nei deserti libici, dove la tribù dei Senussi era insorta e aveva procurato diecine di vittime, aprendo il fuoco contro il posto di pattuglia italo-inglese di Sollum (sul confine libico-egiziano) il 14 novembre 1915. Due giorni dopo 300 Senussi attaccarono il Monastero di Zaura a Sidi el Barrani. Intervennero reparti di soldati italiani e inglesi, i quali con cruenti scontri a fuoco scacciarono gli assalitori.
L’impero Ottomano e la Germania sostenevano i Senussi, che, ritiratisi nel deserto, continuarono a compiere sabotaggi, impegnando italiani e inglesi in difficili atti di repressione. Tuttavia nel maggio 1916 fu conclusa una pace per la quale gli Alleati riconoscevano maggiore autonomia ai Senussi. Nell’intera campagna le vittime italiane e inglesi furono 800 morti e 2000 feriti, mentre quelle libiche furono in totale 4000.
L’impero Ottomano e la Germania sostenevano i Senussi, che, ritiratisi nel deserto, continuarono a compiere sabotaggi, impegnando italiani e inglesi in difficili atti di repressione. Tuttavia nel maggio 1916 fu conclusa una pace per la quale gli Alleati riconoscevano maggiore autonomia ai Senussi. Nell’intera campagna le vittime italiane e inglesi furono 800 morti e 2000 feriti, mentre quelle libiche furono in totale 4000.