lunedì 24 dicembre 2012

Testimonianza di Pietro Congedo all'Inaugurazione della Sala di Consultazione e Lettura "Donato Moro"




Galatina, 10 aprile 2012   

Il prof. Donato Valli, rettore emerito dell’Università del Salento, nel luglio 2007, parlando in occasione del decimo anniversario della morte di Donato Moro, nel tratteggiare la sua figura riferì una propria esperienza giovanile, risalente agli anni 50 del secolo scorso.
   Egli, laureato da poco, aveva partecipato al concorso per un posto di “ordinatore” presso la Biblioteca Provinciale N. Bernardini di Lecce. I concorrenti erano numerosi, anche se si “sapeva” già chi avrebbe vinto. Ma l’Assessore Provinciale alla P.I., prof. Donato Moro, che presiedeva la Commissione esaminatrice, animato da grande onestà umana, intellettuale e politica, riuscì ad indurre gli esaminatori a valutare con equità tutti i candidati, perciò il posto di “ordinatore” fu attribuito al più bravo e non al più raccomandato.
   Il racconto di questo fatto, accaduto sicuramente dopo la primavera del 1956, richiamò alla mia mente tanti altri avvenimenti, dei quali il prof. Moro è stato a suo tempo protagonista ed io testimone. Infatti proprio in quella primavera, mentre ero segretario politico della sezione galatinese della Democrazia Cristiana, ebbero luogo le elezioni provinciali e comunali, nelle quali Donato era stato appunto eletto a far parte  del Consiglio Provinciale nonchè di quello Comunale. Ne seguì la sua nomina ad Assessore Provinciale alla P.I. e, come tale, venne a trovarsi fra i protagonisti di quella che può senz’altro essere considerata la più importante realizzazione di carattere culturale dell’Ente “Provincia di Lecce”, ossia l’istituzione dell’Università del Salento.
   Nel 1956 erano già in atto le lezioni  del 1° anno del corso di laurea in Magistero della Università Libera di Lecce, la quale era sorta tra tante difficoltà nel 1955, peraltro seriamente osteggiata dagli ambienti amministrativi e universitari baresi. Essa non aveva diritto ad alcun  contributo statale, perciò gli Enti facenti parte del Consorzio Universitario Salentino, che la avevano costituita, dovevano accollarsi tutte le spese necessarie al suo funzionamento. A tal proposito lo Statuto della stessa Università disponeva: “Il contributto di ogni Comune Consorziato è determinato nella misura di £ 10 per ogni abitante residente nel Comune; quello degli Enti non potrà essere inferiore alle 200mila lire annue, mentre quello dell’Amministrazione  Provinciale risulterà uguale a quello globale corrisposto da tutti i Comuni aderenti al Consorzio.   
   Il Presidente della Provincia, avv. Luigi Caroli, avendo “voluto fortissimamente l’Università” a Lecce, conferì all’assessore Donato Moro la delega alla P.I. con la convinzine di aver trovato l’uomo capace di portare a termine la titanica opera intrapresa. E non si sbagliava!
   Infatti il Nostro, all’età di 32 anni e in possesso di una solida formazione umana e culturale, cominciò a dedicarsi alla soluzione dei numerosi problemi relativi all’Università con una carica di entusiasmo tale che la stampa lo definì “assessore fattivo e dinamico”.
  Egli non esitò ad allontanare dal neonato Ateneo chi ne era già stato preposto e con improvvide azioni rischiava di squalificarlo agli occhi del Governo e del mondo accademico. Nello stesso tempo si adoperò affinchè fossero costituiti  due autorevoli Comitati Tecnici (C.T.), uno per Magistero e un altro per la Facoltà di lettere, la quale entrò in funzione nel novembre 1956. A tal fine non esitò a spendere la stima e il credito, di cui egli godeva nell’ambiente universitario di Pisa, riuscendo ad ottenere l’adesione al C.T. di Lettere dei proff. Giovan Battista Picotti (storia) e Antonio Traglia (letteratura latina) e del prof. Alberto Mori (geografia) al C.T. di Magistero. Inoltre ottenne l’adesione al C.T. di Lettere del prof. Raffaele Spongano (letteratura italiana a Bologna) e a quello di Magistero dei proff. Vincenzo Ussani (letteratura latina a Cagliari) e Giuseppe Codacci Pisanelli (diritto amministrativo a Bari).
   Il prof. Donato Moro, ove necessario, stimolava in tutti i modi possibili i Sindaci e gli altri componenti a partecipare alle assemblee del Consorzio Universitario Salentino. Ugualmente sollecitava gli stessi al puntuale pagamento dei contributi finanziari pattuiti. Inoltre era sempre pronto a fare opera di convincimento presso i giovani affinché s’iscrivessero alla Università libera di Lecce, per il cui riconoscimento legale si dichiarava fortemente impegnato. In occasione dell’apertura della Facoltà di lettere, ben 12 giovani galatinesi ne chiesero l’iscrizione, perchè da Lui consigliati.
   Proprio per far ottenere il riconoscimento giuridico all’Ateneo Salentino il Nostro espresse il massimo impegno possibile.
   Dal Ministero della P.I., nell’ottobre 1959, filtrò una notizia  ufficiosa, secondo la quale il ministro Giuseppe Medici, del Governo presieduto da  Antonio Segni, si sarebbe detto favorevole a riconoscere legalmente la sola facoltà di Magistero. Questo, in un manifesto fatto subito affiggere dalla D.C. in tutta la Provincia, era già stato presentato come una “grandiosa vittoria”. Pertanto nella seduta del Consiglio Provinciale, che ebbe luogo il 2 novembre ’59, il Presidente e numerosi consiglieri intendevano ringraziare il Governo. L’assessore Moro, invece, in un veemente intervento dichiarò fra l’altro: “Nessun ringraziamento, ma una vibrata protesta per quanto non è stato concesso. Non facciamoci illusioni, il Magistero è un istituto superiore a sé, e non è l’Università che noi chiedevamo e per la quale abbiamo investito decine di milioni e tutto il nostro impegno.” Ne seguì un’accesa discussione, la quale si concluse con la costituzione di una commissione unitaria che affiancasse il prof. Moro nel vedere il da farsi per ottenere il totale accoglimento delle istanze presentate.  
   Il lungo e travagliato iter per il riconoscimento di entrambe le Facoltà, nel quale il Nostro era stato vero attore protagonista,  si concluse finalmente il 10 giugno 1960 con la pubblicazione  sul n.142/1960 della G.U. del D.P.R. 22 ottobre 1959.

Sempre in quella rievocazione del 25 luglio di cinque anni fa, il professore Valli definì Donato Moro “uomo semplice e povero, la cui esistenza è stata caratterizzata da sensibilità, umanità e incapacità di risentimenti, perciò era amico di tutti.” Peraltro, il Nostro in una lettera indirizzata nel 1987 all’on Giacinto Urso ribadisce:“tu sai che non ho mai conosciuto ricchezze.
   Tuttavia il Nostro, da vero uomo di cultura qual era, non seppe fare a meno di una ricca e ben assortita biblioteca che durante la sua vita cercò costantemente di accrescere, sia in quantità che in qualità, per poter soddisfare le proprie raffinate esigenze di letterato (laureato con lode alla Scuola Normale Superiore di Pisa), di filologo, di poeta e di storico molto apprezzato, nonché di valoroso ispettore centrale della P.I., assurto alla carica di coordinatore degli ispettori centrali.
   La biblioteca personale è stata, dunque, l’unica ricchezza alla quale Donato Moro non ha saputo né potuto rinunziare, in quanto gli era indispensabile per poter coltivare  i  suoi amati studi, ai quali era tornato a tempo pieno nel 1964, interrompendo in maniera irrevocabile una brillante carriera politica, perché aveva constatato che “…attività amministrativa ed amore per gli studi storico-letterari non trovavano un punto d’accordo né un terreno comune di interessi.
    La vedova Moro, prof.ssa Maria Marinari, volendo quasi dare una continuità agli interessi del suo indimenticabile, amatissimo Donato, ha generosamente fatto donazione di tutti i suoi libri alla Biblioteca “P. Siciliani” di Galatina e, quindi, a tutti coloro che coltivano studi storico-letterari. Così facendo, Ella ha tenuto un comportamento analogo a quello avuto da Cesira Pozzolini-Siciliani nel lontano 1886, quando nel donare, insieme al figlio Vito, la “numerosa e ricca libreria” del proprio marito, il filosofo e pedagogista Pietro Siciliani, espresse il desiderio che tale donazione arrecasse a Galatina “un’utilità vera eccitando allo studio le giovani menti”.
   Cesira Pozzolini desiderava ed ottenne che il cospicuo fondo librario “Siciliani”, collocato in apposita sala, rimanesse intatto “…a ricordare ai posteri la profonda e svariata cultura dell’illustre filosofo e pedagogista ”.
   Dalla dott.ssa Angela Impagliazzo, attuale responsabile della Biblioteca Comunale di Galatina,  è stato assicurato analogo trattamento al fondo librario “Donato Moro”, i cui  4.000 volumi, già inventariati da personale esperto, sono stati sistemati in un unico ambiente, nei medesimi scaffali metallici alti tre metri (anch’essi facenti parte della donazione), nei quali erano stati in casa Moro.
   Tra il 1982 e il 1983 la prof.ssa Daniela Vantaggiato, chiamata  trasformare la “Siciliani” da antico “deposito di libri”, qual era, in “moderna biblioteca”, introdusse nella gestione della stessa  i criteri scientifici della nuova biblioteconomia. Sulla base di questi la dott.ssa Angela Impagliazzo, sin dal 1992, è lodevolmente impegnata al rinnovamento dell’intera Istituzione. Ella saprà sicuramente attribuire alla nuova “Sala Moro” le caratteristiche che si addicono ad una vera “sala di consultazione e lettura”, in cui studiosi e studenti, avvalendosi del già esistente “registro inventario”, potranno liberamente consultare i libri preferiti.
   A queste quattro donne, Cesira Pozzolini, Maria Marinari, Daniela Vantaggiato e Angela Impagliazzo, amanti della cultura, che con il loro operato hanno dato e danno lustro a Galatina, va il nostro più sentito plauso e la nostra più sincera gratitudine.

Pietro Congedo

LA BIBLIOTECA COMUNALE DI GALATINA

VERSO IL TRAGUARDO DEI 50.000 VOLUMI

DOPO LA DONAZIONE

DELLA RACCOLTA LIBRARIA DEL PROF. DONATO MORO



La Biblioteca Comunale “Pietro Sicilani” di Galatina, che nel non tanto lontano 1986 poteva vantare il possesso di 25.000 volumi, è ormai sul punto di raggiungere i 50.000.

   Infatti, poche settimane fa, è stata trasferita in essa la raccolta libraria costituita, nel corso di una brillante carriera, dal galatinese prof. Donato Moro, scomparso circa quindici anni fa.

  La vedova Moro, prof.ssa Maria Marinari, ha generosamente donato alla “Siciliani” tutti i libri del marito, che sono stati poi ordinatamente sistemati nei medesimi scaffali metallici alti tre metri (anch’essi facenti parte della donazione), nei quali si trovavano in casa Moro. Con questi scaffali è stato, infatti, arredato al completo un unico ambiente, sito alla destra di chi accede nell’atrio-ingresso  della Biblioteca, che potrebbe senz’altro essere denominato “Sala Moro”, in quanto contiene soltanto la suddetta raccolta.

   Tutti i libri del prof. Moro nel  2005 sono stati inventariati da personale esperto, quindi è molto agevole rilevare l’esatta collocazione di ciascuno, consultando l’apposito “registro d’inventario”. Questo  consta di ben 104 pagine, dattilografate fittamente, poichè in esse è schedato l’intero fondo che, essendo costituito di circa 4.000 volumi, risulta essere numericamente superiore ad ogni altra acquisizione fatta o donazione ottenuta dalla Biblioteca Comunale di Galatina, dalla sua origine ai nostri giorni.  Le librerie dei soppressi conventi dei Frati Cappuccini e dei Frati                                                                                             Minori Riformati, ottenute nel 1867 dal Governo Italiano, contenevano rispettivamente n. 2.271 e n. 1774 volumi; il fondo Pietro Siciliani (da cui la denominazione della Biblioteca) contava circa 1.600 volumi e 1.450 opuscoli, tutti inventariati ed anche dotati di schede manoscritte; la raccolta libraria di Pietro Cavoti, avuta in dono 43 anni dopo la morte dello stesso, contava circa circa 2.000 volumi, ma danneggiati e polverosi; numerose altre donazioni ci sono state sia nei secoli scorsi che recentemente, delle quali  però solo quella relativa alla raccolta  del prof. Giovanni Romano supera le 1.000 unità librarie. 

  Al di là, però, di ogni considerazione sulla sua notevole entità numerica, il fondo librario pervenuto recentemente alla “Siciliani” è veramente importante, perché è stato messo insieme da Donato Moro, il letterato laureato con lode nella Scuola Normale Superiore di Pisa, il filologo, il poeta e lo storico molto apprezzato, divenuto ispettore centrale e, infine, coordinatore degli ispettori  del Ministero della P.I.. Infatti nelle sue accurate scelte bibliografiche c’è il riflesso degli interessi culturali di alto livello, da lui costantemente coltivati con competenza e responsabilità, fino alla prematura morte.

  Pertanto gli studiosi giovani e meno giovani, specialmente se cultori di letteratura italiana, avranno a disposizione efficienti e moderni sussidi per le proprie ricerche nella nuova sala allestita all’interno della  “Siciliani”, alla quale la bibliotecaria, dott.ssa Angela Impagliazzo, nel quadro del proprio lodevole impegno tendente  al rinnovamento dell’intera Istituzione, saprà sicuramente attribuire le catteristiche che si addicono ad una vera “sala di consultazione e lettura”. 

  Studiosi e studenti saranno senz’altro molto grati alla prof.ssa Maria Marinari Moro, la quale ha fermamente voluto qui in Galatina, citta natale del marito, mettere a loro disposizione un prezioso presidio librario, moderno ed altamente specializzato.

                                                                              Pietro Congedo